Quando si esce dalla Galleria degli Uffizi siamo costretti a ritornare nella dimensione del reale. I capolavori della collezione ci narrano, per la loro bellezza, una dimensione altra, da episodi storici a racconti biblici, da ritratti a “composizioni mitologiche” raffiguranti eroi, madonne, condottieri e dee bellissime. In questa orchestra magica di storia, patrimonio e bellezza, il progetto dell'Uscita della Galleria degli Uffizi vuole essere un sigillo di lasciapassare per il ritorno alla reale e cruda realtà. Un tassello architettonico che si inserisce nel vuoto non-progettato dell'uscita della Galleria. 
In materia viene definito il “quinto prospetto” la vista dall'alto; ed è ciò che la matita ha cercato di disegnare in pianta con i suoi vuoti e pieni. Il complesso articolato della Galleria è, per il centro storico fiorentino, un “marchingegno” urbanistico con un’ eco paesaggistica che abbraccia anche Oltrarno. Non solo, la Galleria degli Uffizi è un catalogo architettonico in scala “reale” di un savoir-faire brillante che ha conquistato il mondo. Il progetto vuole completare questo catalogo composto da una Loggia, un porticato, una corte interna urbana e una Galleria con un giardino “concluso”, cinto, celato da un muro dove le chiome fanno capolino. Un giardino che si sviluppa su una dolce scalinata per coprire il dislivello fra la quota dell'uscita della Galleria e il piano strada. Come una copertura smaterializzata, questa maschera sottile si stende fra la vegetazione diventando un ulteriore piano di cammino per giungere alla terrazza.